La storia dell'acqua salata

Lungo la strada statale in direzione di Arcevia, passata la stazione di servizio, troverete alla vostra destra la stradina di ghiaia dell’Acqua Salata. Davanti a voi si apriranno scorci di colline, campi coltivati, viti e piccoli fiumi. Questa zona, ampiamente popolata fino agli anni ’50, aveva il suo punto di ritrovo proprio presso le sorgenti di acqua sulfurea e di acqua salata. Tutti si mettevano in coda, proprio in questi luoghi, per aspettare il proprio turno di attingere alla fonte. Disporre di quest’acqua era utile sia alla digestione, sia all’economia familiare: si poteva infatti risparmiare molto sul sale e cuocere la pasta e altri cibi senza bisogno di aggiungerne all’acqua. Percorrendo la strada, arriverete a una curva segnalata da un grosso pioppo secolare: qui, svoltando a sinistra, potrete trovare i resti delle fontanelle d’acqua sulfurea in muratura, oggi alla base di un canneto.

Tratto da: serradecontiturismo.com

Le acque salse o cloruro-sodiche

Come si evince dalla denominazione, in queste acque si trovano concentrazioni prevalenti di sodio e di cloro. In queste acqua possono anche essere presenti i solfati, i bicarbonati, o lo iodio. Le acque salse possono essere ipo, iso o ipertoniche con variabilità di effetti biologici. Trovano indicazione, utilizzate con metodiche idropinoterapiche, soprattutto nelle patologie dell’apparato digerente.

Azioni biologiche

Numerosi studi hanno paragonato le acque cloruro-sodiche alla soluzione di Ringer (la soluzione salina fisiologica) sperimentandone gli effetti su organi isolati. Queste ricerche, fondate sull’analogia strutturale tra le due soluzioni, hanno permesso di introdurre il concetto di “fisiologicità” di tali acque.

Esistono anche azioni generali delle acque salse sull’organismo e sul metabolismo: stimolazione del metabolismo basale e dei processi ossidoriduttivi, tendenza alla normalizzazione di quadri dislipidemici, aumento della tolleranza al glucosio, riduzione dell’uricemia.

per approfondire: benessere.com